(Immagine: M.Ch., Acqua, 2015)
(1)
Quando dopo così lungo tempo
nella foresta pietrificata del verbo
un vento si leva
a sommuovere le radici del canto
all’orecchio dischiuso senti
infinito brusio, e gli echi
di unisone vibrazioni
percorrere tutte le sillabe-foglia:
vedi i versi protendersi vivi
ovunque – oscillare fra i rami
nella luce cristallina della sera
(2)
Che il verso sia insieme
metro di poesia e voce d’animale
canoro richiamo d’uccello
lato nascosto del foglio
terrestre solco
contrasto
direzione
freccia puntata al bersaglio
dice l’oscura sapienza delle parole:
come nell’antico
albuminoso ventre della lingua
s’agglutinano suoni e sensi
– il loro eterno canto
fondo incanto
(3)
Frusciante sistro scaturigine dei suoni
vertigine, vergine margine annerito dalle fiamme
– dentro le vene della terra
il fondo crogiolo
dove immergere la lingua:
ché beva dall’acqua dalle pietre dalle più
muschiose ombre dalle onde…
(4)
Il giro il gorgo delle sillabe, dei timbri
nel cavo della gola,
sulla lingua
voci vocali vento evocazioni
vive a levarsi
e trafiggere il bersaglio!
(5)
Sotto secchi colpi di selce,
da calce e pietre ribagnate in luce
scheggiano scabri accenti, sprizzano versi:
spigoli vivi scintillano
e aguzzi tagliano
ogni lingua