L’oca selvatica solitaria
File e file ritornano, si perdono oltre confine.
Ma tu dove vai, tutta sola?
Nella pioggia di sera chiami le altre, perdute,
sulla diga deserta incerta discendi.
Sull’isola avvolta di nebbia passi in fondo nel buio,
la luna di frontiera fredda t’insegue.
Seppur non incontri la freccia incoccata,
volare da sola al tuo pericolo basta.
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Rispondenza
I.
L’oca selvatica passa solitaria il mare,
non osa guardare le distese stagnanti.
Vede di scorcio i due Uccelli Azzurri
annidati sull’albero delle Tre Perle.
Alti, superbi in vetta dei rami preziosi,
non l’impaurisce il tiro dei proiettili d’oro?
Adorna veste è oggetto di mire mortali,
salire di gloria desta l’odio d’eterni.
Io volo intanto nell’invisibile.
L’arciere da me che s’attende?
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Le trecento poesie T’ang
versioni dal cinese e introduzione di Martin Benedikter
“I millenni”, Einaudi, Torino, 1961
Nella poesia di Ts‘ui T’u (854-?) ho modificato il penultimo verso della traduzione citata.
Rispondenza di Chang Chiu-ling (673-740) è la prima delle Trecento poesie T’ang, che hanno quindi in apertura proprio l’oca selvatica, uccello ricorrente altre volte nella raccolta e posto qui a incarnare il poeta stesso. «I due Uccelli Azzurri» evocano due cortigiani del tempo.
La dinastia cinese T’ang durò tre secoli (618-906) e segnò una straordinaria fioritura poetica e artistica. La raccolta delle Trecento poesie T’ang fu compilata nel XVIII secolo, con l’intento di riunire le poesie più note e amate di quell’epoca aurea distante ormai un millennio.
IMMAGINI: Cui Bai (varianti: Cui Bo, Ts’ui Po; attivo 1050-1080), Passeri invernali, rotolo dipinto, Museo del Palazzo, Pechino.
Kim Hoa Tram, Awakening, 2002, inchiostro e acquerello su carta, National Gallery of Victoria, Melbourne.
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