Mappa dei voli
Quando gli astronomici migratori atterrano –
e intersecano i transiti
sulle geografie primaverili
e le scheletriche cicogne trovano posto
sulle paglie dei tetti
tra i fastidiosi battiti dei loro stecchi,
come femori di gru
con scricchiolii vocali,
allora anche i vocianti cigni s’adunano
con disperazioni di urli
e di versi inconcludenti
e pieni d’echi:
desolazioni, –
e resta un pianeta disabitato, con specchianti
solitudini di fiumi
e foreste estreme. […]
*
Canti territoriali
I centri nervosi preposti al canto
hanno costruito melodie; gli zirli.
Gole canore, il flauto
che stimola la femmina, e il nero
merulo monodico, con echi
verdeggianti.
E quei piccoli rossigni o rosignoli,
o usignoli o lusignuoli
sono antifonali –
e asintattici.
E il trillo e il gorgoglìo
ultimo
dell’orgasmo posseggono sonorità
anche guerriere.
Tutte le musiche molecole che il tenero gene
con la vogliosa primavera attiva –
la pronuba,
la giovane furia
che va in delirio –
imparano quelle note incantevoli
per similitudine di suoni. E il prosencefalo rimanda
motivi e motivetti
secondo il volere del progetto.
*
Il tacchino
Eccolo: è il tacchino bianco.
Il piccolo cranio calvo,
muso di vecchio,
scorticato e rosso.
Cacciatore di vipere e dunque
difensore di noi tutti.
Adunco.
Roco. Strumento di battaglia
emulo sconfitto del pavone
gallopavo
dalla boria pneumatica.
O condoruccio di terra
dal gorgozzule pendente,
o bitorzoluto di bacche sanguigne,
grande onore ci fa
la tua verruca erettile
e la lunga processione con le vesti candide
per i prati verdi.
*
Pier Luigi BACCHINI
Canti territoriali
“Lo specchio”, Mondadori, Milano, 2009
Poesie 1954-2013
Oscar Mondadori, Milano, 2013
[Canti territoriali, annota l’Autore, è un «termine etologico a indicare i canti amorosi e guerreschi degli uccelli».]
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Pubblicato in La poesia e lo spirito